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9 Aprile 2025

Attuazione e prospettive del federalismo fiscale

La sintesi dell’audizione Svimez in Commissione parlamentare.

I recenti sviluppi legislativi in materia di federalismo fiscale regionale sono strettamente connessi alla necessità di rispettare le scadenze previste dal Pnrr. Nella quinta Relazione sull’attuazione del Piano, è stato confermato gennaio 2027 come termine per l’attuazione completa del federalismo fiscale, mentre la definizione dei Lep è attesa entro la fine del 2025.

La prima parte dell’attuazione del federalismo fiscale regionale simmetrico e cooperativo come delineato dalla legge delega n. 42 del 2009 prevede la transizione da un sistema di finanza derivata, basato su trasferimenti legati alla spesa storica, a un modello di autonomia di entrata fondato su tributi propri, compartecipazioni e meccanismi perequativi strutturati. Un cambiamento fondamentale per responsabilizzare le Regioni nella gestione delle risorse pubbliche, promuovendo maggiore trasparenza, efficienza e una più stretta coerenza tra responsabilità di spesa e capacità di entrata.

Secondo la SVIMEZ, questa transizione al nuovo sistema risulta problematico per le criticità legate alla determinazione dei Lep e per i diversi nodi legati alla fiscalizzazione dei trasferimenti statali alle Regioni a statuto ordinario.

La quantificazione dei trasferimenti da fiscalizzare sembra incontrare ostacoli. La Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha stimato in circa 10 miliardi l’ammontare dei trasferimenti fiscalizzabili, che investono rilevanti ambiti di competenza regionale. Le Regioni hanno segnalato la necessità di includere i trasferimenti tagliati dal DL 78/2010 nell’ammontare dei trasferimenti da sopprimere. Anche il comparto comunale ha espresso valutazioni critiche sulle ipotesi tecniche fin qui prospettate, considerato che circa la metà dei 10 miliardi oggetto di fiscalizzazione riguarderebbe funzioni fondamentali esercitate dai Comuni.

La Svimez sottolinea che senza fiscalizzazione l’attuazione dell’art. 119 della Costituzione resta mutilata nei suoi fondamenti.

Le criticità degli avanzamenti normativi in materia di attuazione del federalismo fiscale regionale devono essere necessariamente valutate alla luce delle previsioni della legge n. 86 del 2024 sull’autonomia differenziata e, soprattutto, della successiva sentenza della Corte Costituzionale che ne ha messo in discussione i pilastri fondanti.

La Svimez ha segnalato più volte le anomalie delle modalità attuative dell’autonomia differenziata rispetto a un percorso costituzionalmente corretto, finanziariamente sostenibile e coerente con i princìpi di equità e solidarietà nazionale. E ha segnalato i rischi connessi all’approvazione delle intese con legge rafforzata, difficilmente modificabili.

La persistente mancata attuazione della legge 42 e il via libera all’attuazione del federalismo asimmetrico rischia di consolidare il criterio della spesa storica, elude il vincolo cogente dei Lep, non provvede alla costituzione del fondo di perequazione.

Secondo SVIMEZ, Lep e perequazione infrastrutturale dovrebbero trovare compiuto riconoscimento nella legislazione nazionale indipendentemente dall’autonomia differenziata. E ribadisce che non può esserci regionalismo differenziato se non si realizza prima un vero federalismo fiscale simmetrico e cooperativo che bilanci l’autonomia regionale, uguale per tutte le Regioni, con un rafforzamento delle funzioni dello Stato su tre fronti essenziali: la definizione e il finanziamento dei Lep per garantire pari diritti in tutto il Paese; un meccanismo di perequazione finanziaria per evitare che i diritti dei cittadini dipendano dalla residenza; e investimenti aggiuntivi per le aree più deboli, con l’obiettivo di ridurre i divari di sviluppo.

La recente sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un punto di svolta, delineando un quadro normativo che equilibra l’autonomia regionale con i princìpi fondamentali dell’ordinamento costituzionale.

Secondo SVIMEZ, spetta al Parlamento colmare i vuoti normativi derivanti dalla sentenza, ma non risultano avanzamenti in questa direzione.​

Secondo l’Associazione, mentre sui Lep sono stati compiuti passi in avanti, almeno a livello formale e pur in presenza di diverse criticità, sul fronte della perequazione infrastrutturale si può parlare solo di arretramenti. Nel bilancio per il 2024, la dotazione del nuovo Fondo risultava azzerata per le annualità 2024-2026 con una disponibilità residua futura di 100 milioni per ciascuna annualità dal 2027 al 2033 (700 milioni complessivi).

Nel federalismo simmetrico, i Lep individuano lo standard che deve essere assicurato sull’intero territorio nazionale nell’erogazione di servizi che riguardano la tutela dei diritti civili e sociali. Le spese correnti associate alla progressiva attuazione dei Lep in ambito sociale dei Comuni sono finanziate dalle leggi di bilancio e gli interventi infrastrutturali per l’ampliamento dell’offerta di asili nido sono inseriti nel Pnrr: una esternalità essenziale per l’attivazione concreta delle misure.

La Svimez riconosce il valore dell’autonomia regionale come principio costituzionale fondamentale, capace di avvicinare le decisioni ai territori e migliorare l’efficacia delle politiche pubbliche. Ma, per essere davvero funzionale allo sviluppo equilibrato del Paese, l’autonomia regionale deve poggiare su due presupposti irrinunciabili: un sistema certo e trasparente di finanziamento delle autonomie regionali basato su fabbisogni standard e Lep garantiti a tutti i cittadini, ovunque risiedano; meccanismi di perequazione efficaci, che compensino i divari territoriali di partenza, sia nell’offerta dei servizi che nelle infrastrutture. Tali princìpi devono rimanere il riferimento imprescindibile per qualsiasi evoluzione dell’assetto istituzionale del Paese. In assenza di queste condizioni, l’autonomia regionale comprometterebbe i princìpi di equità, solidarietà e coesione che costituiscono l’ossatura della legge n. 42 del 2009, attuativa dell’art. 119 della Costituzione.

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